Oggi una mia collega ha confessato d'essersi innamorata del suo dentista.
Me la immagino che cerca il modo di risultare sexy mentre gronda sudore per la paura del trapano e sbava con l'aspirasaliva in bocca. Risolto questo, potrebbero tranquillamente vivere felici e contenti per tutta la vita.
lunedì 30 novembre 2009
giovedì 26 novembre 2009
Il mondo è ricco di domande. Esistono domande cosmiche, che da 2.000 anni abitano le menti degli intellettuali senza risposta. Poi esistono domande banali, alle quali anche un bambino di 1 anno saprebbe dare risposta sicura e immediata. Una di queste è:
"Come mai alle donne piace tanto il film Pretty Woman, scontata e superficiale fiabetta per nulla attinente alla realtà?"
E la risposta ovvia sarà: "Ce frega 'ncazzo che è 'na fiaba, alzi la mano la donna che non ha mai sognato un marito - ma che dico, Richard Gere, non un marito qualsiasi - che ti sveglia facendoti il solletico con la carta di credito bisbigliando: "It's time to shop!"
Ma soprattutto, alzi la mano la donna che non ha mai sognato di fare liberamente la zoccola per poi, dopo anni passati a raccoglier cazzi a mazzettate come gli asparagi, sistemarsi con un tizio ricco, gentile, strafico che non ha nemmeno il vizietto dei travestiti o della coca"
"Come mai alle donne piace tanto il film Pretty Woman, scontata e superficiale fiabetta per nulla attinente alla realtà?"
E la risposta ovvia sarà: "Ce frega 'ncazzo che è 'na fiaba, alzi la mano la donna che non ha mai sognato un marito - ma che dico, Richard Gere, non un marito qualsiasi - che ti sveglia facendoti il solletico con la carta di credito bisbigliando: "It's time to shop!"
Ma soprattutto, alzi la mano la donna che non ha mai sognato di fare liberamente la zoccola per poi, dopo anni passati a raccoglier cazzi a mazzettate come gli asparagi, sistemarsi con un tizio ricco, gentile, strafico che non ha nemmeno il vizietto dei travestiti o della coca"
mercoledì 25 novembre 2009
E' inutile nascondersi dietro un dito. Lo spam esiste. Ce ne accorgiamo ogni mattina, quando all'accensione il pc vomita centinaia di messaggi insulsi. Confesso che a volte mi diverto ad aprire dozzine queste email dall'oggetto intrigante. Così, forse perchè, come dicono, ogni volta che apro il messaggio significa che qualche spicciolo finisce nelle tasche di un nerd ciccione russo che mette a disposizione le sua alte conoscenze informatiche per unire l'umanità con un messaggio comune dal contenuto molto profondo, tipo "enlarge your penis".
Nonostante questo, quasi tutti si lamentano delle e-mail di spam. Dicono che sono schifezze volgari, buone solo per chi è un depravato sessuale. Sarà, ma io francamente in ufficio preferisco ricevere una mail che dice "Buy Viagra online" piuttosto di una che dice "lavoro urgentissimo da fare entro mezz'ora pena inculata di gruppo con la sabbia".
Nonostante questo, quasi tutti si lamentano delle e-mail di spam. Dicono che sono schifezze volgari, buone solo per chi è un depravato sessuale. Sarà, ma io francamente in ufficio preferisco ricevere una mail che dice "Buy Viagra online" piuttosto di una che dice "lavoro urgentissimo da fare entro mezz'ora pena inculata di gruppo con la sabbia".
martedì 24 novembre 2009
Stamani alla radio Riccardo Cocciante cantava: “Non dico che dividerei una montagna, ma andrei a piedi certamente a Bologna, per un amico in più...per un amico in più”. Sì, va bene… ma da dove parte? Da Casalecchio lo farei senz’altro anch’io. Ma già da Pescara col cazzo… Cocciante andrebbe realmente a piedi da Pescara a Bologna per un amico in più? Con quelle gambette corte, poi,chissà quanto impiegherebbe. A pensarci bene, non credo che mi garberebbe poi tanto avere qualche amico in più. Ne ho già abbastanza, dei miei. Grazie. Nel senso che potrei scrivere un libro sulle cazzate con la C maiuscola che abbiamo combinato. Ricordo le sere d’estate, in macchina su una Fiat Regata famigliare, che era già vecchia vent’anni fa. Per il proprietario però, il mio amico Beroto, era nuova, nel senso che non ci aveva mai scopato sopra (e,se non sbaglio, sarebbe rimasta “nuova” fino alla sua rottamazione, una lugubre sera d’autunno in un frontale per le strade della collina). Ricordo che andavamo alle feste convinti di non pagare perché conoscevamo qualcuno e alla fine pagavamo lo stesso. Ci bastava sederci sul sedile davanti per esser i più fighi del gruppo. Scrivevamo sui muri, scrivevamo coi pennarelli sui manifesti alla fermata del tram, fottevamo milioni di stemmi delle macchine. Io ne avevo una valigetta piena. Ne avevo anche di rari, come quello della Seat Ronda, che era la Ritmo della Seat. Una macchina di merda, lo ammetto, ma lo stemma valeva un casino. Che una volta ci ha sgamato davanti alla piscina un avvocato che conoscevamo mentre gli stavamo staccando lo stemma delle Mercedes. Poi un giorno mia mamma scoprì la valigetta e la fece sparire. Chissà dove cazzo l’aveva buttata, però mi vergognavo a chiederle dove erano finiti i miei stemmi, così feci finta di niente.
Ricordo le chiacchierate in macchina dove, complice una canna o due, si filosofeggiava per ore sullo stesso inutile argomento. Tipo che fra il Fernet e lo spumante passa un po’ di differenza, ma c’è chi non se ne accorge. O sul perchè Superman si dice Supermen, Spiderman si dice Spaidermen ma Batman non si dice Batmen. Tutti dicono Batman, a parte mia nonna che dice Batmen o Barman, ma in compenso dice Superman e Spaiderman. E poi le corse per tornare a casa, lanciati nel traffico della notte. Viaggiare alla velocità di un drago squartatore fra luci di stop e semafori insolenti. E nel tripudio della cassa-rullante accorgersi d’esser Dio immortale, che proprio niente ti può vulnerare. Poi,una sera come tante altre, vai a dormire e ti svegli a 30 anni. E pensi che ora non si può prender più per il culo nemmeno Mino Reitano perché è morto. Vedi, 10 anni fa mica era ancora morto, lo si poteva prender bellamente per il culo senza timore d'esser fulminati dal suo spettro.
Oggi sono proprio malinconico.
Cazzz
Ricordo le chiacchierate in macchina dove, complice una canna o due, si filosofeggiava per ore sullo stesso inutile argomento. Tipo che fra il Fernet e lo spumante passa un po’ di differenza, ma c’è chi non se ne accorge. O sul perchè Superman si dice Supermen, Spiderman si dice Spaidermen ma Batman non si dice Batmen. Tutti dicono Batman, a parte mia nonna che dice Batmen o Barman, ma in compenso dice Superman e Spaiderman. E poi le corse per tornare a casa, lanciati nel traffico della notte. Viaggiare alla velocità di un drago squartatore fra luci di stop e semafori insolenti. E nel tripudio della cassa-rullante accorgersi d’esser Dio immortale, che proprio niente ti può vulnerare. Poi,una sera come tante altre, vai a dormire e ti svegli a 30 anni. E pensi che ora non si può prender più per il culo nemmeno Mino Reitano perché è morto. Vedi, 10 anni fa mica era ancora morto, lo si poteva prender bellamente per il culo senza timore d'esser fulminati dal suo spettro.
Oggi sono proprio malinconico.
Cazzz
venerdì 20 novembre 2009
E’ una notizia di ieri. Gli italiani impazziscono per i social networks. Facebook, Myspace ed altre banalità simili, l’importante è “far community”. Anche io, come miliardi di altri stronzi perdigiorno su questo pianeta, ho il mio bravo account di Facebook. Mi sono anche iscritto a Myspace ma non so come si usa e poi Facebook è meglio perché ci sono tante foto di gente che non vedi da 20 anni. Anche io, come miliardi di altri stronzi perdigiorno su questo pianeta, sono andato alla rimpatriata mangereccia delle elementari. Anche io, come miliardi di altri stronzi perdigiorno su questo pianeta, stento a rendermi conto che Facebook, come tutte le community, è concepito per minorati mentali ed è popolato da minorati mentali che tentano di chiavare quanti più esseri viventi possibili.
Io però purtroppo non amo chiavare con minorati mentali e in ogni caso non ne ho la necessità imminente. Sto bene così e non mi serve altro. Vorrei solo pubblicare le mie informazioni e condividerle con i vecchi amici, non mi interessa mettere le foto della vacanza al mare o della festa in discoteca quando sono lordo per far vedere che sono figo o che ho tanti amici. Non me ne frega un cazzo. Forse perché tutto sommato sto bene con me stesso e con le persone che ho a fianco, cazzo ne so. Sta di fatto che, sarò banale, ma mi bastano gli amici che ho e mi basta chiavare chi chiavo.
Io però purtroppo non amo chiavare con minorati mentali e in ogni caso non ne ho la necessità imminente. Sto bene così e non mi serve altro. Vorrei solo pubblicare le mie informazioni e condividerle con i vecchi amici, non mi interessa mettere le foto della vacanza al mare o della festa in discoteca quando sono lordo per far vedere che sono figo o che ho tanti amici. Non me ne frega un cazzo. Forse perché tutto sommato sto bene con me stesso e con le persone che ho a fianco, cazzo ne so. Sta di fatto che, sarò banale, ma mi bastano gli amici che ho e mi basta chiavare chi chiavo.
mercoledì 18 novembre 2009
Vorrei dire una cosa alle donne. Sempre che qualche donna visiti questo blog, cosa sulla quale nutro fondati dubbi.
Insomma, molte ragazze credono che noi maschi ci asciughiamo la punta dell'uccello con un lembo di carta igienica dopo che abbiamo fatto la pipì. Bè, vorrei dire una cosa. Non è vero. Nessuno lo fa. E' una cosa che vi lasciamo credere, visto che lo date così per scontato. Per farvi schifare un po' meno. I più se la cavano con una rapida sgrullata. Altri, come i professori di economia, ripongono il pipino ancora gocciolante nelle mutande, con il risultato di ottenere sulla biancheria intima una bella medaglia d'oro da mostrare con orgoglio.
Insomma, molte ragazze credono che noi maschi ci asciughiamo la punta dell'uccello con un lembo di carta igienica dopo che abbiamo fatto la pipì. Bè, vorrei dire una cosa. Non è vero. Nessuno lo fa. E' una cosa che vi lasciamo credere, visto che lo date così per scontato. Per farvi schifare un po' meno. I più se la cavano con una rapida sgrullata. Altri, come i professori di economia, ripongono il pipino ancora gocciolante nelle mutande, con il risultato di ottenere sulla biancheria intima una bella medaglia d'oro da mostrare con orgoglio.
martedì 17 novembre 2009
venerdì 13 novembre 2009
Vi siete mai imbattuti in “Quando vien la sera”, il sito degli amici di Wilma De Angelis? Si, avete capito bene. Qualche testa di minchia di cicciobirbo fetente ha creato un sito di fans di quella vecchiazza rinsecchita padellara di Wilma.
Fra le news più importanti che potete trovare all'interno del sito, c'è che Wilma da qualche tempo ha scoperto la passione per il computer e per il web ed è per questo diventata Testimonial per i corsi di alfabetizzazione che Microsoft organizza nelle varie città per aiutare i non più giovanissimi ad avvicinarsi a questo grande mezzo. Inoltre ci dicono che Wilma ha pubblicato l’attesissimo calendario dell’avvento. Il sito poi prosegue con una ricca sezione dedicata alla posta per Wilma. Parlo di questo perchè utimamente mi sento proprio uguale a Wilma, nel senso che ricevo un casino di messaggi dai miei ammiratori. C'è un po'di tutto e non nascondo che la maggior parte di essi è composta da incallite checche in cerca di facili avventure. Oggi ad esempio mi è arrivata una lettera da Piacenza, firmata Moana P, in cui mi si chiede se posso scrivere ricetta prelibata chiara e semplice da realizzare magari proprio per il cenone del 24. Vi è una richiesta che però più delle altre si ripete. In quasi tutte le lettere mi viene esplicitamente chiesto di parlare di un argomento.
Le caccole.
Sappiamo tutti che le caccole sono gli escrementi di piccole dimensioni prodotti dal nostro organismo e secreti dal naso, dalle orecchie e dagli occhi. La consistenza può variare in funzione del grado di idratazione, può essere collosa o a volte friabile.Il muco prodotto dalla mucosa nasale viene trasportato verso le narici dalle ciglia. In riferimento all'umidità dell'ambiente, il muco perde gran parte dell'acqua di cui è costituito e di conseguenza si formano le note crosticine friabili e/o filamentose.
Etimologicamente parlando,la parola caccola si presenta in questo modo:
CACCOLA (diminutivo della parola "cacca") deriva dal latino "cacula" (vd. Cacare e cfr. Cacheroso e Squacquerare). Sterco che rimane attaccato ai peli delle pecore; per estens - Escrementi del naso, degli occhi, o d'altre parti, che rimangono attaccati ai peli.
Quindi per associazione potremmo dire che anche i tarzanelli, benchè composti da merda e non da moccio, entrano a pieno titolo nella grande famiglia delle caccole. Ma questo è un discorso che affronteremo più avanti.
Sulle caccole s'è detto di tutto. Che possono influire sulla cescita ormonale degli adolescenti, che hanno sapore di temperino, che allungano il naso, che sono il sale della vita, ecc...
C'è chi dice che i veri amici siano quelli ai quali puoi dire che hanno una caccola incrostata fuori dal naso. Così come c'è chi, per difendersi dai nemici, tira loro le proprie caccole.
La verità è che caccole e bambini sono migliori amici. Almeno, per me era così.
Ricordo ancora nitidamente il primo giorno di scuola. A un certo punto la maestra, stufa di vedere bambini con le dita nel naso, iniziò a redarguire gli insoliti bricconi. Io però come altri continuavo a scaccolarmi imperterrito e allora lei disegnò col gessetto un enorme camino sulla lavagna, dicendo "Bambini, da grandi non vorrete mica fare gli spazzacamini, vero cazzo??". Ricordo anche che i banchi di scuola, dalle elementari al lieco e a pensarci bene anche all'università, nella parte inferiore sono zeppi di caccole. Il mio gioco preferito era ad esempio quello di creare una costellazione. In quarta elementare avevo già creato l'Orsa Minore, ma poi a marzo la maestra mi cambiò posto, facendomi così buttare all'aria 4 anni di duro lavoro.
Poi crescendo, così come succede ai bambini con la limpida immaginazione, ho perso il mio particolare feeling con le caccole. Non ho più ricordi, nella vita adulta, di incontri ravvicinati con qualche caccola. Anzi, a pensarci bene uno c'è.
Una volta, a 18 anni o giù di lì, stavo tornando a casa da una festa alla Cascina Scagnellosky di Rocca Canavese. Ero solo alla guida, profondamente sbronzo. A un tratto, per non addormentarmi, ho tirato fuori dalla narice sinistra una caccola gigate e ho inziato a disquisire con lei circa la Critica della ragion pratica di Kant. Era una bella caccola, di quelle enromi tutte appiccicose, con molte argomentazioni. Nel bel mezzo dell'animata discussione, ai 160 sulla statale dal fondo umido, mi fermò una pattuglia di carabinieri. Io non riuscivo a disfarmi della caccola che non accettava il fatto di troncare sul più bello la conversazione. Dopo un lungo tira e molla sono riuscito ad appiccicarla alla patente prima di mostrarla all'incazzuso militare. Quando il caramba mi ridiede il documento la caccola non c'era più. Ancora oggi non c'è giorno in cui io non pensi a lei e da allora ho deciso che non mi sarei mai più comportato in maniera così vile con le creature terrestri.
Fra le news più importanti che potete trovare all'interno del sito, c'è che Wilma da qualche tempo ha scoperto la passione per il computer e per il web ed è per questo diventata Testimonial per i corsi di alfabetizzazione che Microsoft organizza nelle varie città per aiutare i non più giovanissimi ad avvicinarsi a questo grande mezzo. Inoltre ci dicono che Wilma ha pubblicato l’attesissimo calendario dell’avvento. Il sito poi prosegue con una ricca sezione dedicata alla posta per Wilma. Parlo di questo perchè utimamente mi sento proprio uguale a Wilma, nel senso che ricevo un casino di messaggi dai miei ammiratori. C'è un po'di tutto e non nascondo che la maggior parte di essi è composta da incallite checche in cerca di facili avventure. Oggi ad esempio mi è arrivata una lettera da Piacenza, firmata Moana P, in cui mi si chiede se posso scrivere ricetta prelibata chiara e semplice da realizzare magari proprio per il cenone del 24. Vi è una richiesta che però più delle altre si ripete. In quasi tutte le lettere mi viene esplicitamente chiesto di parlare di un argomento.
Le caccole.
Sappiamo tutti che le caccole sono gli escrementi di piccole dimensioni prodotti dal nostro organismo e secreti dal naso, dalle orecchie e dagli occhi. La consistenza può variare in funzione del grado di idratazione, può essere collosa o a volte friabile.Il muco prodotto dalla mucosa nasale viene trasportato verso le narici dalle ciglia. In riferimento all'umidità dell'ambiente, il muco perde gran parte dell'acqua di cui è costituito e di conseguenza si formano le note crosticine friabili e/o filamentose.
Etimologicamente parlando,la parola caccola si presenta in questo modo:
CACCOLA (diminutivo della parola "cacca") deriva dal latino "cacula" (vd. Cacare e cfr. Cacheroso e Squacquerare). Sterco che rimane attaccato ai peli delle pecore; per estens - Escrementi del naso, degli occhi, o d'altre parti, che rimangono attaccati ai peli.
Quindi per associazione potremmo dire che anche i tarzanelli, benchè composti da merda e non da moccio, entrano a pieno titolo nella grande famiglia delle caccole. Ma questo è un discorso che affronteremo più avanti.
Sulle caccole s'è detto di tutto. Che possono influire sulla cescita ormonale degli adolescenti, che hanno sapore di temperino, che allungano il naso, che sono il sale della vita, ecc...
C'è chi dice che i veri amici siano quelli ai quali puoi dire che hanno una caccola incrostata fuori dal naso. Così come c'è chi, per difendersi dai nemici, tira loro le proprie caccole.
La verità è che caccole e bambini sono migliori amici. Almeno, per me era così.
Ricordo ancora nitidamente il primo giorno di scuola. A un certo punto la maestra, stufa di vedere bambini con le dita nel naso, iniziò a redarguire gli insoliti bricconi. Io però come altri continuavo a scaccolarmi imperterrito e allora lei disegnò col gessetto un enorme camino sulla lavagna, dicendo "Bambini, da grandi non vorrete mica fare gli spazzacamini, vero cazzo??". Ricordo anche che i banchi di scuola, dalle elementari al lieco e a pensarci bene anche all'università, nella parte inferiore sono zeppi di caccole. Il mio gioco preferito era ad esempio quello di creare una costellazione. In quarta elementare avevo già creato l'Orsa Minore, ma poi a marzo la maestra mi cambiò posto, facendomi così buttare all'aria 4 anni di duro lavoro.
Poi crescendo, così come succede ai bambini con la limpida immaginazione, ho perso il mio particolare feeling con le caccole. Non ho più ricordi, nella vita adulta, di incontri ravvicinati con qualche caccola. Anzi, a pensarci bene uno c'è.
Una volta, a 18 anni o giù di lì, stavo tornando a casa da una festa alla Cascina Scagnellosky di Rocca Canavese. Ero solo alla guida, profondamente sbronzo. A un tratto, per non addormentarmi, ho tirato fuori dalla narice sinistra una caccola gigate e ho inziato a disquisire con lei circa la Critica della ragion pratica di Kant. Era una bella caccola, di quelle enromi tutte appiccicose, con molte argomentazioni. Nel bel mezzo dell'animata discussione, ai 160 sulla statale dal fondo umido, mi fermò una pattuglia di carabinieri. Io non riuscivo a disfarmi della caccola che non accettava il fatto di troncare sul più bello la conversazione. Dopo un lungo tira e molla sono riuscito ad appiccicarla alla patente prima di mostrarla all'incazzuso militare. Quando il caramba mi ridiede il documento la caccola non c'era più. Ancora oggi non c'è giorno in cui io non pensi a lei e da allora ho deciso che non mi sarei mai più comportato in maniera così vile con le creature terrestri.
mercoledì 11 novembre 2009
lunedì 9 novembre 2009
Capodanno s'avvicina e alcuni fottuti tamarretti con gli stivaletti e il bomber hanno già iniziato a far brillare qualche petardo nei giardini della zona.
Voglio dire a voi, sì proprio a voi cari degenerati che vi divertite con la polvere da sparo, che giocare col fuoco può esere molto pericoloso.
Ve lo dice uno che una volta era uno di voi, ma che ora non lo è più dopo aver perso il suo cane: gli hanno infilato un raudo sotto il cappottino invernale. Lui non se n'è accorto e il raudo è scoppiato. Dallo spavento se l'è data a gambe, anzi a zampe, e non l'ho più trovato. Mi ha scritto una lettera dal Brasile dicendo che ora sta bene, vive a Copacabana e lavora in un ristorante. Dice anche che dopo quel che è successo quel giorno, dell'Italia non ne vuol più sapere: non tornerà.
Tornando al vostro brutto vizio, oltre che essere un gioco pericoloso,può avere conseguenze spiacevoli. Il mio amico Attilio Gigiardo (Pelato Bastardo) ha fatto diventare la mamma una torcia umana con la scintilla di un fischione sibilante. La pelliccia in acrilico 100% l'ha fottuta, ha preso subito fuoco come un cerino.
Il problema è che i petardi possono causare danni sia su di voi(e per me ognuno è libero di fottersi le mani e la vita come meglio crede),sia sugli altri(il che è riprovevole). Per cui,se proprio non riuscite a fare a meno di questi simpatici diversivi ludici,abbiate almeno l'accortezza di non sparare in vicinanza di persone anziane, animali, sfigati e candidati dell'Udeur. E come ultima richiesta... beh,magari non usate petardi che superino la potenza di un megatone!!!
Magari accontentavi di piccoli botti,di quelli che non fanno male a nessuno,vedrete che vi divertirete comunque.
Grazie per la vostra attenzione e ricordatevi che per festeggiare con le bollicine non è necessario lo champagne ma è sufficiente un bel bicchiere di gassosa.
Voglio dire a voi, sì proprio a voi cari degenerati che vi divertite con la polvere da sparo, che giocare col fuoco può esere molto pericoloso.
Ve lo dice uno che una volta era uno di voi, ma che ora non lo è più dopo aver perso il suo cane: gli hanno infilato un raudo sotto il cappottino invernale. Lui non se n'è accorto e il raudo è scoppiato. Dallo spavento se l'è data a gambe, anzi a zampe, e non l'ho più trovato. Mi ha scritto una lettera dal Brasile dicendo che ora sta bene, vive a Copacabana e lavora in un ristorante. Dice anche che dopo quel che è successo quel giorno, dell'Italia non ne vuol più sapere: non tornerà.
Tornando al vostro brutto vizio, oltre che essere un gioco pericoloso,può avere conseguenze spiacevoli. Il mio amico Attilio Gigiardo (Pelato Bastardo) ha fatto diventare la mamma una torcia umana con la scintilla di un fischione sibilante. La pelliccia in acrilico 100% l'ha fottuta, ha preso subito fuoco come un cerino.
Il problema è che i petardi possono causare danni sia su di voi(e per me ognuno è libero di fottersi le mani e la vita come meglio crede),sia sugli altri(il che è riprovevole). Per cui,se proprio non riuscite a fare a meno di questi simpatici diversivi ludici,abbiate almeno l'accortezza di non sparare in vicinanza di persone anziane, animali, sfigati e candidati dell'Udeur. E come ultima richiesta... beh,magari non usate petardi che superino la potenza di un megatone!!!
Magari accontentavi di piccoli botti,di quelli che non fanno male a nessuno,vedrete che vi divertirete comunque.
Grazie per la vostra attenzione e ricordatevi che per festeggiare con le bollicine non è necessario lo champagne ma è sufficiente un bel bicchiere di gassosa.
venerdì 6 novembre 2009
Da oggi a Torino c’è Artissima, un evento dedicato all’arte contemporanea che strizza l'occhio alle creatività emergenti. Magari non ve ne può fregare un cazzo, ma a me sì. Nel senso che ci vorrei andare. Ma anche nel senso che la gente che in genere bazzica questo genere di fiere è quanto di peggio possa esserci. Veramente, meglio gli scioppati che trovi nei cessi alla stazione nelle ore notturne. Come mai, direte voi. Perché tutti credono di esser un po’ artisti, di esser in qualche modo particolari, fuori dalla norma. Si dimenticano che quotidianamente sono costretti a sbrigare faccende noiosissime e che si emozionano alla vista dei film di Pieraccioni… quando varcano la soglia di questa manifestazioni si trasformano.
Per prima cosa tentano di darsi un tono trovando abiti adeguati all’occasione. Sciarpone, stracciume vario in acrilico 100%, occhialino da 2€ comprato al supermercato che dà l’aria intellettuale e via dicendo. Solitamente sono antipatici, egocentrici, ronzano attorno alla opere guardando inclinato. Sono gli pseudo/artisti. Gli pseudo/artisti rompono i coglioni quando non capiscono di stare a dire minchiate mancando di delicatezza verso persone che, per amor del cielo o della fogna, hanno addirittura la capacita' di sopportare la loro insulsa megalomania nociva peraltro al fatto d'esser pezzenti con la doppia zeta. Li incontri nei centri sociali a dire che nutrono delle personalita' multiple per porre in atto discorsi noiosi sulla loro vita, che è dura e loro la sanno comprendere grazie alla forza della penna stilografica o del pennello. Tentano di capire la gente per ammorbidirne la rozzezza, il loro laconico cinismo e la bieca vilta' dei poveracci come noi.
Fortunatamente esistono persone che capiscono quanto sia balorda la loro inutile esistenza, così molto spesso capita che vengano mandati affanculo con tanto di insulti dalle persone normodotate come me. Si va dal “minchione” al “pezzo di merda”, passando per altre amenità verbali. A tali insulti rispondono, con esemplare faccia di culo e aria da sofista, sbrodolando minchiate con intercalari del tipo "a mio modo di vedere" o "Cosa significa? Questo significa!". Ai maniscalchi sfigati ultimamente si vanno a aggiungere anche i musicisti sperimentali, che sostengono di fare musica geniale e che gli manca solo un computer con i controcazzi. Ma non gli manca ‘sto computer, almeno una decente versione di esso, semplicemente non lo sanno usare e sparano a 2000 sul jazz-blues di qualche rancido gallese che mentre canta si contorce per far vedere come è bravo e che per far cose inedite piscia sulla platea.
Che poi in ‘sti cazzo di luoghi adibiti a fiera devi camminare col giaccone sotto braccio e muori di caldo. E poi se devi andare in bagno sono cazzi acidi. Ma acidi sul serio. Ad esempio, se devi cacare sei costretto a fare amicizia con l’odore di candeggina mischiato a quello della merda degli altri in un sodalizio vincente come pochi. Se ti va bene ti capita il cesso in ceramica, altrimenti ti devi accontentare di quelli in plastica tipo cantiere edile. Che l’ultima volta che ci sono stato me lo ricordo ancora. Era a un concerto, o forse in spiaggia, non so. So solo che faceva un caldo fottuto. Lo scarico di ‘sti cessi non è il loro punto di forza. Praticamente non c'e` un vero e proprio scarico d'acqua piuttosto una leva, un pezzo di ferro che va' tirato su e giù diverse volte prima di sederti tant’è che a mollo c’erano dei residui di cibo, tipo panini alla cotoletta di tacchino e insalate di mais, segno evidente che chi mi ha preceduto aveva mangiato alla cazzo i giorni precedenti.
Comunque, mi sistemo alla buona, do' una ripulita tipo “non sono stato io” alla tazza. Il problema e` che in quel punto batteva un sole forte, micidiale, quella candeggina mista a merda evocava una guerra batteriologica dentro di me ma anche fuori non e` che si stesse tanto bene. Per dirla breve, alla fine cago. Sudo. Dico “figa puttana”. C'ho i fazzolettini Tempo e tutto nella borsa che ho con me. Mi netto l'ano manco fossimo al galà del Principato di Monaco. Abbondo con la carta perché voglio essere sicuro che sfugga proprio niente al dominio della ragione. Una passatina di gel antimicotico per le mani e il gioco è fatto.
Domani andrò ad Artissima
Per prima cosa tentano di darsi un tono trovando abiti adeguati all’occasione. Sciarpone, stracciume vario in acrilico 100%, occhialino da 2€ comprato al supermercato che dà l’aria intellettuale e via dicendo. Solitamente sono antipatici, egocentrici, ronzano attorno alla opere guardando inclinato. Sono gli pseudo/artisti. Gli pseudo/artisti rompono i coglioni quando non capiscono di stare a dire minchiate mancando di delicatezza verso persone che, per amor del cielo o della fogna, hanno addirittura la capacita' di sopportare la loro insulsa megalomania nociva peraltro al fatto d'esser pezzenti con la doppia zeta. Li incontri nei centri sociali a dire che nutrono delle personalita' multiple per porre in atto discorsi noiosi sulla loro vita, che è dura e loro la sanno comprendere grazie alla forza della penna stilografica o del pennello. Tentano di capire la gente per ammorbidirne la rozzezza, il loro laconico cinismo e la bieca vilta' dei poveracci come noi.
Fortunatamente esistono persone che capiscono quanto sia balorda la loro inutile esistenza, così molto spesso capita che vengano mandati affanculo con tanto di insulti dalle persone normodotate come me. Si va dal “minchione” al “pezzo di merda”, passando per altre amenità verbali. A tali insulti rispondono, con esemplare faccia di culo e aria da sofista, sbrodolando minchiate con intercalari del tipo "a mio modo di vedere" o "Cosa significa? Questo significa!". Ai maniscalchi sfigati ultimamente si vanno a aggiungere anche i musicisti sperimentali, che sostengono di fare musica geniale e che gli manca solo un computer con i controcazzi. Ma non gli manca ‘sto computer, almeno una decente versione di esso, semplicemente non lo sanno usare e sparano a 2000 sul jazz-blues di qualche rancido gallese che mentre canta si contorce per far vedere come è bravo e che per far cose inedite piscia sulla platea.
Che poi in ‘sti cazzo di luoghi adibiti a fiera devi camminare col giaccone sotto braccio e muori di caldo. E poi se devi andare in bagno sono cazzi acidi. Ma acidi sul serio. Ad esempio, se devi cacare sei costretto a fare amicizia con l’odore di candeggina mischiato a quello della merda degli altri in un sodalizio vincente come pochi. Se ti va bene ti capita il cesso in ceramica, altrimenti ti devi accontentare di quelli in plastica tipo cantiere edile. Che l’ultima volta che ci sono stato me lo ricordo ancora. Era a un concerto, o forse in spiaggia, non so. So solo che faceva un caldo fottuto. Lo scarico di ‘sti cessi non è il loro punto di forza. Praticamente non c'e` un vero e proprio scarico d'acqua piuttosto una leva, un pezzo di ferro che va' tirato su e giù diverse volte prima di sederti tant’è che a mollo c’erano dei residui di cibo, tipo panini alla cotoletta di tacchino e insalate di mais, segno evidente che chi mi ha preceduto aveva mangiato alla cazzo i giorni precedenti.
Comunque, mi sistemo alla buona, do' una ripulita tipo “non sono stato io” alla tazza. Il problema e` che in quel punto batteva un sole forte, micidiale, quella candeggina mista a merda evocava una guerra batteriologica dentro di me ma anche fuori non e` che si stesse tanto bene. Per dirla breve, alla fine cago. Sudo. Dico “figa puttana”. C'ho i fazzolettini Tempo e tutto nella borsa che ho con me. Mi netto l'ano manco fossimo al galà del Principato di Monaco. Abbondo con la carta perché voglio essere sicuro che sfugga proprio niente al dominio della ragione. Una passatina di gel antimicotico per le mani e il gioco è fatto.
Domani andrò ad Artissima
martedì 3 novembre 2009
Piccola avvertenza a corollario del post precedente.
Fra i personaggi dello spettacolo c'è la moda di imbucarsi alla feste dei poveracci fingendo di essere hippie per poter consumare in santa pace droghe e anfetmine di ogni tipo. Tentano di cammuffarsi un minimo per sembrare dei morti di fame come voi, anche se fortunatamente molto spesso vengono sagamati. Come quel badola di Lapo, che dice di voler lavorare in una fattoria, ma sappiamo tutti che preferisce di gran lunga le belle macchine e i travoni metropolitani ben dotati alla puzza di merda di campagna.
Ecco l'ultimo vip che s'è imbucato alla festa hippie di ferragosto alla quale ho partecipato. Lo riconoscete?
Attenti ragazzi, il Vostro LuciAno MaranzAno
Fra i personaggi dello spettacolo c'è la moda di imbucarsi alla feste dei poveracci fingendo di essere hippie per poter consumare in santa pace droghe e anfetmine di ogni tipo. Tentano di cammuffarsi un minimo per sembrare dei morti di fame come voi, anche se fortunatamente molto spesso vengono sagamati. Come quel badola di Lapo, che dice di voler lavorare in una fattoria, ma sappiamo tutti che preferisce di gran lunga le belle macchine e i travoni metropolitani ben dotati alla puzza di merda di campagna.
Ecco l'ultimo vip che s'è imbucato alla festa hippie di ferragosto alla quale ho partecipato. Lo riconoscete?
Attenti ragazzi, il Vostro LuciAno MaranzAno
lunedì 2 novembre 2009
Vuoi organizzare un vera festa hippie?
Non una di quelle solite feste che organizzate voi, in cui il 90% dei presenti è composto da ingegneri meccanici uomini e la location è la casa di campagna dove non si può toccare nulla sennò la mamma che verrà a fare le pulizie l’indomani s’incazza.
Intendo una vera festa hippie. Tipo Woodstock.
Ecco come si fa. Per prima cosa serve una location. Bandite innanzitutto le seconde case con appese le foto della nonna mentre va a funghi e i vestitini da bambini nella credenza del soggiorno.
Serve un prato, possibilmente che appartenga a qualche contadino non troppo rompicoglioni.
Poi serve un generatore di corrente alimentato a gasolio. I veri hippie il gasolio se lo procurano nei dintorni, ciucciandolo con la pompa durante la notte da qualche trattore lasciato incustodito. Il generatore di corrente servirà per alimentare l’attrezzatura del gruppo che verrà a suonare allietando la serata con pezzi new-age. La band va scelta unicamente in base allo stile. Servono individui totalmente freak e irrimediabilmente suonati, se musicalmente delle mezze tacche poco importa.
Bisogna poi predisporre la location, posizionando un paio di variopinti e scassatissimi furgoni (possibilmente volkswagen westfalia) con relative scritte del tipo legalize it , peace and love, eroina e polizia stessa porcheria, ecc ecc…
Serve ancora un bel rifornimento di birra (quella sottocosto della LIDL va benissimo) che andrà servita rigorosamente calda. Ultimo ma non ultimo, serve un bel carico di ganja di prima scelta. Qualsiasi festa hippie raduna anche un discreto numero di vecchi sessantottini flaccidi e rincoglioniti, ma che potrebbe farti fare affari d’oro grazie alla vendita del prezioso “incenso”.
Ora pensa bene agli inviti che andrai a distribuire. Fermo restando che una festa hippie dovrebbe esser aperta a chiunque, bisogna selezionare il più possibile il target di riferimento. Sono banditi gli ingegneri meccanici in camiciotto e sandali. Sono invece ben accetti tutti i miserabili rappresentanti del popolo. Alcolizzati, fumaioli di ogni sorta, puttanazze senza ritegno e peccatori capitali daranno il valore aggiunto all’evento. Ben vengano le barbe lunghe e le tuniche maleodoranti. Bene, se hai seguito alla lettera tutti questi passaggi allora puoi finalmente tuffarti nella festa. Ti puoi anche accendere un bel cannone cercando di esprimere il tuo rifiuto e la ribellione manifestata attraverso la libertà sessuale, la rinunza, la voglia di una vita sfrenata e senza regole ecc….
Ma sta’ attento. Se senti in lontananza il rumore di una panda 4x4 che si avvicina sempre più, prendi i tuoi stracci e dattela a gambe perché saranno gli sbirri della forestale.
ricorda che un'attenta scelta degli invitati è la parte più delicata
Non una di quelle solite feste che organizzate voi, in cui il 90% dei presenti è composto da ingegneri meccanici uomini e la location è la casa di campagna dove non si può toccare nulla sennò la mamma che verrà a fare le pulizie l’indomani s’incazza.
Intendo una vera festa hippie. Tipo Woodstock.
Ecco come si fa. Per prima cosa serve una location. Bandite innanzitutto le seconde case con appese le foto della nonna mentre va a funghi e i vestitini da bambini nella credenza del soggiorno.
Serve un prato, possibilmente che appartenga a qualche contadino non troppo rompicoglioni.
Poi serve un generatore di corrente alimentato a gasolio. I veri hippie il gasolio se lo procurano nei dintorni, ciucciandolo con la pompa durante la notte da qualche trattore lasciato incustodito. Il generatore di corrente servirà per alimentare l’attrezzatura del gruppo che verrà a suonare allietando la serata con pezzi new-age. La band va scelta unicamente in base allo stile. Servono individui totalmente freak e irrimediabilmente suonati, se musicalmente delle mezze tacche poco importa.
Bisogna poi predisporre la location, posizionando un paio di variopinti e scassatissimi furgoni (possibilmente volkswagen westfalia) con relative scritte del tipo legalize it , peace and love, eroina e polizia stessa porcheria, ecc ecc…
Serve ancora un bel rifornimento di birra (quella sottocosto della LIDL va benissimo) che andrà servita rigorosamente calda. Ultimo ma non ultimo, serve un bel carico di ganja di prima scelta. Qualsiasi festa hippie raduna anche un discreto numero di vecchi sessantottini flaccidi e rincoglioniti, ma che potrebbe farti fare affari d’oro grazie alla vendita del prezioso “incenso”.
Ora pensa bene agli inviti che andrai a distribuire. Fermo restando che una festa hippie dovrebbe esser aperta a chiunque, bisogna selezionare il più possibile il target di riferimento. Sono banditi gli ingegneri meccanici in camiciotto e sandali. Sono invece ben accetti tutti i miserabili rappresentanti del popolo. Alcolizzati, fumaioli di ogni sorta, puttanazze senza ritegno e peccatori capitali daranno il valore aggiunto all’evento. Ben vengano le barbe lunghe e le tuniche maleodoranti. Bene, se hai seguito alla lettera tutti questi passaggi allora puoi finalmente tuffarti nella festa. Ti puoi anche accendere un bel cannone cercando di esprimere il tuo rifiuto e la ribellione manifestata attraverso la libertà sessuale, la rinunza, la voglia di una vita sfrenata e senza regole ecc….
Ma sta’ attento. Se senti in lontananza il rumore di una panda 4x4 che si avvicina sempre più, prendi i tuoi stracci e dattela a gambe perché saranno gli sbirri della forestale.
ricorda che un'attenta scelta degli invitati è la parte più delicata
Cari amici e nemici del Maranzano, oggi voglio dare inizio a una rubrica settimanale dedicata alle stelle del mondo dello spettacolo.
La chiamerò “Rubrica del cazzo”.
Il primo ospite della Rubrica del cazzo è Fabrizio Bracconeri, il noto attore romano che veste i panni del poliziotto privato di Forum e che gli over 30 ricorderanno come il morbido e impacciato Bruno Sacchi de I Ragazzi della 3° C. Gli esordi lo vedono nei panni di aspirante meccanico nell’officina dello zio, quartiere Trastevere, Roma. Grazie all’aiuto di Carlo Verdone, cliente dell’officina, esordisce sul grande schermo nel 1983 in "Acqua e Sapone", un grande film in cui interpreta il ruolo del micione Enzo, un personaggio piuttosto burbero e maleducato. Da lì in poi è un’escalation ininterrotta di successi che continua ancora oggi, grazie al suo faccione simpatico che accompagna quotidianamente le spettatrici di Forum . Poi, la scorsa estate, quando anche il tribunale più famoso della tv era in vacanza, Fabrizio Bracconeri ne ha approfittato per fare il grande passo. Sposare Monica Braslau, la donna romena che ha conosciuto nel 1998 e che gli ha sfornato due figli che si vanno ad aggiungere agli altri 2 avuti dal primo matrimonio.
Fra i momenti più alti della sua notevole carriera non possiamo dimenticare la puntata di Forum del 14 aprile 2008, in occasione dei 90 anni del giudice "Santino" Licheri. Questa, per il giudice, fu una grande sorpresa: appena finita la prima causa, Bracconeri annunciò l'arrivo del giudice e, non appena questi fece il suo ingresso in studio, venne accolto da una torta enorme e da un grande applauso. Egli, commosso, ringraziò augurando a tutti di raggiungere la sua longeva età. Pochi minuti dopo era subito pronto con la sua cara toga ad ascoltare le lamentele dei due contendenti, serio e tranquillo come al solito.
Ricordiamo invece, fra le interpretazioni maggiormente riuscite, la pubblicità della "Macchina del Gelato" - http://www.youtube.com/watch?v=OrVSBbCOzWM -
Fabrizio era vestito da cuoco ed era accompagnato dal famoso jingle: "E' la macchina del gelato, in tre minuti che prelibato, e se rimani senza ingredienti...".
Buona forchetta e appassionato d'arte culinaria, di recente ha pubblicato "Le ricette di Bracco", un libro che ha ottenuto un notevole gradimento fra i lettori. Ultimamente poi ha avuto anche modo di farci conoscere le sue doti di compositore, scrivendo una canzone sulla pastasciutta scaricabile a seguente indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=qVV5hfuCd2I&feature=player_embedded
Fabrizio però, come tutti i grandi artisti, durante la sua lunga carriera ha dovuto affrontare momenti bui che hanno in parte incrinato il suo feeling con il grande pubblico. I maligni infatti sostengono che, complice una serie di scelte lavorative non proprio azzeccatissime (ndr), non goda più della popolarità di un tempo. Soprattutto non gli viene perdonato, dai suoi fans di vecchia data, l’essersi venduto a far l’usciere a Rete 4 in cambio di due soldi cagati. Tanto più che Rita Dalla Chiesa è considerata una zoccola mondiale, e il suo personaggio marcio poco si addice all'immagine acqua e sapone del buon Fabrizio. Ma la cosa che più gli viene rimproverata rimane comunque l’abominevole dimagrimento che l’ha colpito a metà degli anni ’90.
I frequentatori di blog e i numerosi forumini (nel senso di quelli che navigano sui forum, non di quei 4 vecchi rincoglioniti che guardano Forum condotto da quella zoccola della Dalla Chiesa) che seguono le sue avventure via web azzardano addirittura l’ipotesi che il Fabrizio Bracconeri che vediamo oggi non sia quello autentico, lo stesso che vestiva i panni di Bruno Sacchi insomma.
Questo per due fondamentali motivi:
1)Un attore del calibro di Fabrizio non si sarebbe mai abbassato a fare il poliziotto a Forum per di più al posto di quel terrone casanova buonanima di Pasquale Africano
2)Il Fabrizio che vediamo adesso non sembra avere gli stessi tratti somatici di quello vecchio. Questo infatti è più squadrato in viso e ai più attenti anche il riccio non sembra lo stesso.
Alla luce di ciò,molti sono stati indotti a pensare che attorno al suo dimagrimento si celi un altro dei famosi misteri che avvolgono le vite dei personaggi fuori dal comune come lui. Dopo i misteri su Elvis, Adolfo Bombardi, Jim Morrison, Bryan Jones e Alvaro Vitali, ecco che si aggiungono numerose leggende metropolitane anche sul nostro Fabrizio. Esistono varie ipotesi, fondate o meno, che dicono che, stanco della vita sotto i riflettori, si sia fatto sostituire dal un sosia magro per dedicarsi al ciò che gli procura le vere soddisfazioni, non quelle finte dello spietato mondo dello spettacolo. C’è chi dice che sia nascosto in quel di Praga a scrivere poesie sotto lo pseudonimo di Daniele Bressan. Altri ancora dicono che non sia mai sparito dal mondo dello spettacolo per dedicarsi al doppiaggio di quello più brutto dei fichi d’india nei film dei Vanzina.
Altri invece sostengono che sia morto di overdose di film porno in una camera d’albergo di Tirrenia.
Dal momento che però non sappiamo quanto fondamento abbiano questi racconti, dobbiamo prender atto solamente di ciò che di tangibile ci lascia il nostro Fabrizio Bracconeri, ovvero 30 anni e più di onorata carriera sempre ai massimi livelli, macchiati soltanto da un triste episodio in cui gli viene rimproverato di aver bestemmiato mentre sfumava un nero pubblicitario durante una puntata di Forum (http://www.youtube.com/watch?v=npztcxGKRvg).
Io personalmente non ci credo. Ma io conto un cazzo, posso solo dire “Forza Fabbrì, facce sognà!”
La chiamerò “Rubrica del cazzo”.
Il primo ospite della Rubrica del cazzo è Fabrizio Bracconeri, il noto attore romano che veste i panni del poliziotto privato di Forum e che gli over 30 ricorderanno come il morbido e impacciato Bruno Sacchi de I Ragazzi della 3° C. Gli esordi lo vedono nei panni di aspirante meccanico nell’officina dello zio, quartiere Trastevere, Roma. Grazie all’aiuto di Carlo Verdone, cliente dell’officina, esordisce sul grande schermo nel 1983 in "Acqua e Sapone", un grande film in cui interpreta il ruolo del micione Enzo, un personaggio piuttosto burbero e maleducato. Da lì in poi è un’escalation ininterrotta di successi che continua ancora oggi, grazie al suo faccione simpatico che accompagna quotidianamente le spettatrici di Forum . Poi, la scorsa estate, quando anche il tribunale più famoso della tv era in vacanza, Fabrizio Bracconeri ne ha approfittato per fare il grande passo. Sposare Monica Braslau, la donna romena che ha conosciuto nel 1998 e che gli ha sfornato due figli che si vanno ad aggiungere agli altri 2 avuti dal primo matrimonio.
Fra i momenti più alti della sua notevole carriera non possiamo dimenticare la puntata di Forum del 14 aprile 2008, in occasione dei 90 anni del giudice "Santino" Licheri. Questa, per il giudice, fu una grande sorpresa: appena finita la prima causa, Bracconeri annunciò l'arrivo del giudice e, non appena questi fece il suo ingresso in studio, venne accolto da una torta enorme e da un grande applauso. Egli, commosso, ringraziò augurando a tutti di raggiungere la sua longeva età. Pochi minuti dopo era subito pronto con la sua cara toga ad ascoltare le lamentele dei due contendenti, serio e tranquillo come al solito.
Ricordiamo invece, fra le interpretazioni maggiormente riuscite, la pubblicità della "Macchina del Gelato" - http://www.youtube.com/watch?v=OrVSBbCOzWM -
Fabrizio era vestito da cuoco ed era accompagnato dal famoso jingle: "E' la macchina del gelato, in tre minuti che prelibato, e se rimani senza ingredienti...".
Buona forchetta e appassionato d'arte culinaria, di recente ha pubblicato "Le ricette di Bracco", un libro che ha ottenuto un notevole gradimento fra i lettori. Ultimamente poi ha avuto anche modo di farci conoscere le sue doti di compositore, scrivendo una canzone sulla pastasciutta scaricabile a seguente indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=qVV5hfuCd2I&feature=player_embedded
Fabrizio però, come tutti i grandi artisti, durante la sua lunga carriera ha dovuto affrontare momenti bui che hanno in parte incrinato il suo feeling con il grande pubblico. I maligni infatti sostengono che, complice una serie di scelte lavorative non proprio azzeccatissime (ndr), non goda più della popolarità di un tempo. Soprattutto non gli viene perdonato, dai suoi fans di vecchia data, l’essersi venduto a far l’usciere a Rete 4 in cambio di due soldi cagati. Tanto più che Rita Dalla Chiesa è considerata una zoccola mondiale, e il suo personaggio marcio poco si addice all'immagine acqua e sapone del buon Fabrizio. Ma la cosa che più gli viene rimproverata rimane comunque l’abominevole dimagrimento che l’ha colpito a metà degli anni ’90.
I frequentatori di blog e i numerosi forumini (nel senso di quelli che navigano sui forum, non di quei 4 vecchi rincoglioniti che guardano Forum condotto da quella zoccola della Dalla Chiesa) che seguono le sue avventure via web azzardano addirittura l’ipotesi che il Fabrizio Bracconeri che vediamo oggi non sia quello autentico, lo stesso che vestiva i panni di Bruno Sacchi insomma.
Questo per due fondamentali motivi:
1)Un attore del calibro di Fabrizio non si sarebbe mai abbassato a fare il poliziotto a Forum per di più al posto di quel terrone casanova buonanima di Pasquale Africano
2)Il Fabrizio che vediamo adesso non sembra avere gli stessi tratti somatici di quello vecchio. Questo infatti è più squadrato in viso e ai più attenti anche il riccio non sembra lo stesso.
Alla luce di ciò,molti sono stati indotti a pensare che attorno al suo dimagrimento si celi un altro dei famosi misteri che avvolgono le vite dei personaggi fuori dal comune come lui. Dopo i misteri su Elvis, Adolfo Bombardi, Jim Morrison, Bryan Jones e Alvaro Vitali, ecco che si aggiungono numerose leggende metropolitane anche sul nostro Fabrizio. Esistono varie ipotesi, fondate o meno, che dicono che, stanco della vita sotto i riflettori, si sia fatto sostituire dal un sosia magro per dedicarsi al ciò che gli procura le vere soddisfazioni, non quelle finte dello spietato mondo dello spettacolo. C’è chi dice che sia nascosto in quel di Praga a scrivere poesie sotto lo pseudonimo di Daniele Bressan. Altri ancora dicono che non sia mai sparito dal mondo dello spettacolo per dedicarsi al doppiaggio di quello più brutto dei fichi d’india nei film dei Vanzina.
Altri invece sostengono che sia morto di overdose di film porno in una camera d’albergo di Tirrenia.
Dal momento che però non sappiamo quanto fondamento abbiano questi racconti, dobbiamo prender atto solamente di ciò che di tangibile ci lascia il nostro Fabrizio Bracconeri, ovvero 30 anni e più di onorata carriera sempre ai massimi livelli, macchiati soltanto da un triste episodio in cui gli viene rimproverato di aver bestemmiato mentre sfumava un nero pubblicitario durante una puntata di Forum (http://www.youtube.com/watch?v=npztcxGKRvg).
Io personalmente non ci credo. Ma io conto un cazzo, posso solo dire “Forza Fabbrì, facce sognà!”