venerdì 6 novembre 2009

Da oggi a Torino c’è Artissima, un evento dedicato all’arte contemporanea che strizza l'occhio alle creatività emergenti. Magari non ve ne può fregare un cazzo, ma a me sì. Nel senso che ci vorrei andare. Ma anche nel senso che la gente che in genere bazzica questo genere di fiere è quanto di peggio possa esserci. Veramente, meglio gli scioppati che trovi nei cessi alla stazione nelle ore notturne. Come mai, direte voi. Perché tutti credono di esser un po’ artisti, di esser in qualche modo particolari, fuori dalla norma. Si dimenticano che quotidianamente sono costretti a sbrigare faccende noiosissime e che si emozionano alla vista dei film di Pieraccioni… quando varcano la soglia di questa manifestazioni si trasformano.
Per prima cosa tentano di darsi un tono trovando abiti adeguati all’occasione. Sciarpone, stracciume vario in acrilico 100%, occhialino da 2€ comprato al supermercato che dà l’aria intellettuale e via dicendo. Solitamente sono antipatici, egocentrici, ronzano attorno alla opere guardando inclinato. Sono gli pseudo/artisti. Gli pseudo/artisti rompono i coglioni quando non capiscono di stare a dire minchiate mancando di delicatezza verso persone che, per amor del cielo o della fogna, hanno addirittura la capacita' di sopportare la loro insulsa megalomania nociva peraltro al fatto d'esser pezzenti con la doppia zeta. Li incontri nei centri sociali a dire che nutrono delle personalita' multiple per porre in atto discorsi noiosi sulla loro vita, che è dura e loro la sanno comprendere grazie alla forza della penna stilografica o del pennello. Tentano di capire la gente per ammorbidirne la rozzezza, il loro laconico cinismo e la bieca vilta' dei poveracci come noi.
Fortunatamente esistono persone che capiscono quanto sia balorda la loro inutile esistenza, così molto spesso capita che vengano mandati affanculo con tanto di insulti dalle persone normodotate come me. Si va dal “minchione” al “pezzo di merda”, passando per altre amenità verbali. A tali insulti rispondono, con esemplare faccia di culo e aria da sofista, sbrodolando minchiate con intercalari del tipo "a mio modo di vedere" o "Cosa significa? Questo significa!". Ai maniscalchi sfigati ultimamente si vanno a aggiungere anche i musicisti sperimentali, che sostengono di fare musica geniale e che gli manca solo un computer con i controcazzi. Ma non gli manca ‘sto computer, almeno una decente versione di esso, semplicemente non lo sanno usare e sparano a 2000 sul jazz-blues di qualche rancido gallese che mentre canta si contorce per far vedere come è bravo e che per far cose inedite piscia sulla platea.
Che poi in ‘sti cazzo di luoghi adibiti a fiera devi camminare col giaccone sotto braccio e muori di caldo. E poi se devi andare in bagno sono cazzi acidi. Ma acidi sul serio. Ad esempio, se devi cacare sei costretto a fare amicizia con l’odore di candeggina mischiato a quello della merda degli altri in un sodalizio vincente come pochi. Se ti va bene ti capita il cesso in ceramica, altrimenti ti devi accontentare di quelli in plastica tipo cantiere edile. Che l’ultima volta che ci sono stato me lo ricordo ancora. Era a un concerto, o forse in spiaggia, non so. So solo che faceva un caldo fottuto. Lo scarico di ‘sti cessi non è il loro punto di forza. Praticamente non c'e` un vero e proprio scarico d'acqua piuttosto una leva, un pezzo di ferro che va' tirato su e giù diverse volte prima di sederti tant’è che a mollo c’erano dei residui di cibo, tipo panini alla cotoletta di tacchino e insalate di mais, segno evidente che chi mi ha preceduto aveva mangiato alla cazzo i giorni precedenti.
Comunque, mi sistemo alla buona, do' una ripulita tipo “non sono stato io” alla tazza. Il problema e` che in quel punto batteva un sole forte, micidiale, quella candeggina mista a merda evocava una guerra batteriologica dentro di me ma anche fuori non e` che si stesse tanto bene. Per dirla breve, alla fine cago. Sudo. Dico “figa puttana”. C'ho i fazzolettini Tempo e tutto nella borsa che ho con me. Mi netto l'ano manco fossimo al galà del Principato di Monaco. Abbondo con la carta perché voglio essere sicuro che sfugga proprio niente al dominio della ragione. Una passatina di gel antimicotico per le mani e il gioco è fatto.

Domani andrò ad Artissima

8 commenti:

luciana maranza ha detto...

...anch'io andrò ad artissima...
al contrario di te non riesco assolutamente a fare la cacca in luoghi pubblici, diviene per me un gran problema defecare quando non sono a casa...pertanto ammetto di invidiarti un pochino...

Anonimo ha detto...

ma che cazzo ci vai a fare in un postaccio come quello? stai a casa a farti le seghe, marcione!

Anonimo ha detto...

vedo che in questo sito abbondano le persone fini.........

Anonimo ha detto...

hai visto bene coglione!

Anonimo ha detto...

ma vaffanculo merda io volevo solo alzare un po' il tono degli interventi, ma tu ovviamente hai dovuto svaccare con il tuo solito egocentrismo rozzo da ragazzo di periferia quale sei.

Anonimo ha detto...

sarò pure di periferia, caro ciccio merda, ma l'egocentrismo ce l'hai tu che vuoi che tutti si comportino benino come te.. guarda stronzone che qui il rozzo sei tu..

Anonimo ha detto...

fottiti scemo

Anonimo ha detto...

vieni fuori se hai coraggio, sei un quaquaraquà, ecco cosa sei, vieni fuori se no, vieni fuori!

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