venerdì 13 novembre 2009

Vi siete mai imbattuti in “Quando vien la sera”, il sito degli amici di Wilma De Angelis? Si, avete capito bene. Qualche testa di minchia di cicciobirbo fetente ha creato un sito di fans di quella vecchiazza rinsecchita padellara di Wilma.

Fra le news più importanti che potete trovare all'interno del sito, c'è che Wilma da qualche tempo ha scoperto la passione per il computer e per il web ed è per questo diventata Testimonial per i corsi di alfabetizzazione che Microsoft organizza nelle varie città per aiutare i non più giovanissimi ad avvicinarsi a questo grande mezzo. Inoltre ci dicono che Wilma ha pubblicato l’attesissimo calendario dell’avvento. Il sito poi prosegue con una ricca sezione dedicata alla posta per Wilma. Parlo di questo perchè utimamente mi sento proprio uguale a Wilma, nel senso che ricevo un casino di messaggi dai miei ammiratori. C'è un po'di tutto e non nascondo che la maggior parte di essi è composta da incallite checche in cerca di facili avventure. Oggi ad esempio mi è arrivata una lettera da Piacenza, firmata Moana P, in cui mi si chiede se posso scrivere ricetta prelibata chiara e semplice da realizzare magari proprio per il cenone del 24. Vi è una richiesta che però più delle altre si ripete. In quasi tutte le lettere mi viene esplicitamente chiesto di parlare di un argomento.
Le caccole.
Sappiamo tutti che le caccole sono gli escrementi di piccole dimensioni prodotti dal nostro organismo e secreti dal naso, dalle orecchie e dagli occhi. La consistenza può variare in funzione del grado di idratazione, può essere collosa o a volte friabile.Il muco prodotto dalla mucosa nasale viene trasportato verso le narici dalle ciglia. In riferimento all'umidità dell'ambiente, il muco perde gran parte dell'acqua di cui è costituito e di conseguenza si formano le note crosticine friabili e/o filamentose.

Etimologicamente parlando,la parola caccola si presenta in questo modo:
CACCOLA (diminutivo della parola "cacca") deriva dal latino "cacula" (vd. Cacare e cfr. Cacheroso e Squacquerare). Sterco che rimane attaccato ai peli delle pecore; per estens - Escrementi del naso, degli occhi, o d'altre parti, che rimangono attaccati ai peli.
Quindi per associazione potremmo dire che anche i tarzanelli, benchè composti da merda e non da moccio, entrano a pieno titolo nella grande famiglia delle caccole. Ma questo è un discorso che affronteremo più avanti.

Sulle caccole s'è detto di tutto. Che possono influire sulla cescita ormonale degli adolescenti, che hanno sapore di temperino, che allungano il naso, che sono il sale della vita, ecc...
C'è chi dice che i veri amici siano quelli ai quali puoi dire che hanno una caccola incrostata fuori dal naso. Così come c'è chi, per difendersi dai nemici, tira loro le proprie caccole.

La verità è che caccole e bambini sono migliori amici. Almeno, per me era così.
Ricordo ancora nitidamente il primo giorno di scuola. A un certo punto la maestra, stufa di vedere bambini con le dita nel naso, iniziò a redarguire gli insoliti bricconi. Io però come altri continuavo a scaccolarmi imperterrito e allora lei disegnò col gessetto un enorme camino sulla lavagna, dicendo "Bambini, da grandi non vorrete mica fare gli spazzacamini, vero cazzo??". Ricordo anche che i banchi di scuola, dalle elementari al lieco e a pensarci bene anche all'università, nella parte inferiore sono zeppi di caccole. Il mio gioco preferito era ad esempio quello di creare una costellazione. In quarta elementare avevo già creato l'Orsa Minore, ma poi a marzo la maestra mi cambiò posto, facendomi così buttare all'aria 4 anni di duro lavoro.
Poi crescendo, così come succede ai bambini con la limpida immaginazione, ho perso il mio particolare feeling con le caccole. Non ho più ricordi, nella vita adulta, di incontri ravvicinati con qualche caccola. Anzi, a pensarci bene uno c'è.
Una volta, a 18 anni o giù di lì, stavo tornando a casa da una festa alla Cascina Scagnellosky di Rocca Canavese. Ero solo alla guida, profondamente sbronzo. A un tratto, per non addormentarmi, ho tirato fuori dalla narice sinistra una caccola gigate e ho inziato a disquisire con lei circa la Critica della ragion pratica di Kant. Era una bella caccola, di quelle enromi tutte appiccicose, con molte argomentazioni. Nel bel mezzo dell'animata discussione, ai 160 sulla statale dal fondo umido, mi fermò una pattuglia di carabinieri. Io non riuscivo a disfarmi della caccola che non accettava il fatto di troncare sul più bello la conversazione. Dopo un lungo tira e molla sono riuscito ad appiccicarla alla patente prima di mostrarla all'incazzuso militare. Quando il caramba mi ridiede il documento la caccola non c'era più. Ancora oggi non c'è giorno in cui io non pensi a lei e da allora ho deciso che non mi sarei mai più comportato in maniera così vile con le creature terrestri.

2 commenti:

Mario Pompins ha detto...

..ma Maranzano dove e quanne minkiu sei andato a squola? che ci erano ancora u spazzacaminu? mi recordo di qualche giovine che addirittura si tuffava in piscina per sapzzolare e mangiare u caccule.

Anonimo ha detto...

che schifo fai cacare

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