martedì 6 ottobre 2009

Fingiamo per un attimo che io sia un politico. Un politico molto importante, della maggioranza.
La mattina mi sveglio alle 6.15. La media giornaliera degli appuntamenti è di 15-20, di norma 20minuti per ciascuno. Le telefonate, tra un appuntamento e l’altro, sono una cinquantina. Pranzo e cena sono invariabilmente riunioni di lavoro.
Nessuna vera dieta, se non l’abitudine a un menu semplice e poco calorico. Acidità di stomaco costante. Ai pasti è buona norma deglutire anche un paio di Viagra. La pillola blu presa durante i pasti è più digeribile. E poi senza sarei un uomo sessualmente indifferente, con i miei 73 anni suonati. Invece lei mi aiuta a sentirmi ancora vigoroso.
Si cambia programma, naturalmente, se sono chiamato a interventi pubblici o trasmissioni televisive. Niente Viagra in quei giorni.
Dopo la riunione per la cena, appena possibile, lavoro alla scrivania per studiare, stilare dichiarazioni, correggere interviste, preparare gli interventi del giorno dopo. Insomma, devo coordinare il mio staff di servi. Così per sei giorni alla settimana.
Due volte la settimana in pausa pranzo vado a fare gli esercizi di ginnastica posturale perché ho una gobba peggio della scimmietta di Oler Togni. Spero con l’allungamento di recuperare 4-5 cm, ma sono l’unico ad esserne convinto.
Ho uno stuolo di gente che lavora attorno a me. Si fanno chiamare staff, per me sono solo dei servi della gleba. Fanno i miei stessi orari di merda, ma guadagnano 1.000 euro a mese. Chissà perchè lo fanno per così poco. Forse perchè sono orgogliosi di lavorare al mio fianco.
Ho una famiglia. Moglie che non vedo e trombo da 10 anni, figli e nipoti. Questa vita e questo lavoro mi fanno stare troppo spesso lontano da loro. Quando stiamo insieme cerco di non far pesare le mie preoccupazioni e i miei problemi. Cerco di seguire l’esempio di mio padre, che anche nei momenti difficili del suo lavoro lasciava fuori dalla porta le negatività e con il suo arrivo riempiva la casa di serenità e di sole. Proprio pensando a lui ho insegnato ai miei collaboratori ad avere sempre “il sole in tasca” e a regalarlo a tutti, a casa, in ufficio, nel lavoro.
Vado a fare la cacca due volte al giorno. Nonostante gestisca con sregolatezza i pasti i mio intestino è un orologio al quarzo. Ma mentre faccio la cacca non mi metto a leggere gli ingredienti del sapone come tutti voi poveracci. Mi collego via Blackberry alla casella di posta sbrigando un paio di faccende.
Il sabato è un giorno lavorativo come gli altri. La domenica vorrei anche farmi due righe di cazzi miei, tipo andare al laghetto artificiale a pescare trote salmonate tutto il giorno. Ma in genere c’è l’inaugurazione di qualche fottuta scuola comunale o la parata per qualche patriota morto cent’anni fa.
Ormai non sento nemmeno più la stanchezza. Non dormirei neanche più , non fosse che mi verrebbero due occhiaie di 30 cm di diametro.
E poi non rido da 20 anni almeno, però sono felice perché ho tanti soldi. Domani dovrei andare all’udienza per quel processo di tentata corruzione che risale a 6 anni fa. Speriamo vada bene.
Vado a nanna alle 2.30, dopo aver letto i quotidiani, che mi arrivano intorno all’una e mezzo. Buonanotte a tutti.

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