Sono a lavoro, seduto su una scomoda sedia. La scoliosi è in agguato. Una sedia con le rotelle tutte impolverate, in pieno stile anni’90, dal tessuto blu royal tutto traforato. Ci sono delle chiazze di sudore, ma non sono mie. Io non sudo dal culo, ci cago e basta. Avrà almeno quindici anni, ‘sta cazzo di sedia. E negli anni ’90 all’estero imperversavano quei maledetti lerci dei Guns, Freddie Mercury tirava le cuoia dopo una vita ai massimi livelli e sulle passerelle d’alta moda sfilavano Claudia Shiffer e Naomi Campbell. Ecco, proprio mentre un tizio biondo di nome Kurt scriveva tracce indelebili nella storia della musica e nella vita di milioni di giovani, qui in Italia, in qualche cazzo di fabbrichetta brianzola, qualche picio similZampetti stava fabbricando ‘ste sedie della minchia.
Magari, dopo intere giornate trascorse a costruire queste amenità, l’imprenditore brianzolo anni’90 se ne tornava a casa tutto felice a bordo della sua Croma a guardare il karaoke con un Fiorello in versione tarrone-con-la-coda. Ma questo ora poco importa. Già, poco importa perché ora vorrei essere altrove. Vorrei poltrire in una camera d’albergo. Ma non un albergo tipo Holiday Inn o simili rifugi borghesi. Un albergo bello rancido, di quelli con le lenzuola macchiate di giallo, che non sai bene che cos’è ma che lo immagini. Vorrei sdraiarmi sopra un divano lercio. Di fronte a me solo la tv con le vecchie puntate de “Il pranzo è servito” di Corrado, la cui sigla fischiettata è rimasta nella mente di tanti. Ogni tanto una capatina in bagno, a orinare piscio misto a Jack Daniel’s, fumando sigarette fatte a mano.Guardare fuori da una finestra e sentire la mancanza di un fratello gemello a cui dare la colpa di tutto. E pensare semplicemente che no, non è il giorno giusto.
Nessun commento:
Posta un commento